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nevicò piano. vedi 
-disse il vecchio- 
capita a tutti di assecondare i voleri 

del tempo. ed ora sono i tuoi occhi 
ad annunciare l'alba, 
quando già la luce si lava sul tuo viso; 

pastelli rosa, flauti di gelso 
che sciolgono i nodi del mio corpo, 
gli uccelli turchesi sono già in volo 

a rivangare un sospiro d'acqua salata, 

a scolpire uno scoglio. 

fino a che il il tuo nome non morì 
tra le mie labbra. 
non finirà in un canto sommesso, 

il grido dell'ascia portato dal vento. 
sono solo le voci 
ad abitare la nostra casa. 

io che mi trovai in un eterno trascorrere 
asfittico. il viale corroso dai gerani. 
verde, è la bocca che mi costrinse a mangiare 

e infine bere. ti ricordi le stagioni. 
quanta roba mettemmo nelle valigie del mese 
(interrogativo) 


il tempo è da troppo tempo 

a braccia conserte. il rimorso 
respira male il suo respiro 
mentre il tuo amore continua a disegnare 

arcobaleni sulla terra, prima di sdraiarsi 
sul letto di avena. e piene di sangue le tue natiche. 
profumo di sale. ultima ferita. 

i sogni esibiscono il vetro rigato. 
guardo distendersi l'orsa, nel dorso della sera. 

lì dove l'ombra non prova più pena.

 Gian Maria Turi - 06/01/2015 06:59:00 [ leggi altri commenti di Gian Maria Turi » ]

Sei bravo, Vlad! Ad maiora.

 Lavinia Frati - 03/01/2015 08:19:00 [ leggi altri commenti di Lavinia Frati » ]

"Il tempo è da troppo tempo" riassume tutta questa bellissima e malinconica poesia che mi ha fatto ritrovare sdraiata in un campo di grano alto ad osservare le nuvole rosa in cielo.

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